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      Mai piú. Ma ora con paralogismi, ora con iscappatoie, ora appuntando sulla forma del discorso, ora protestando contro l'opportunità, si trovò sempre modo di far cadere nel vuoto qualsiasi pratica deliberazione.
      Caduti poi i resoconti ufficiali nei giornali infeudati alle consorterie, si praticarono mutilazioni di ogni sorta, e si presentarono i discorsi del Morelli sotto vesti impossibili. Ora si toglievano gli anelli fra due idee, ora si sopprimeva una circostanza che aveva ragionevolmente provocata una sua mozione, ora si annichilava sotto un equivoco la mozione medesima. Le arti piú sottili furono poste in atto per screditarlo dentro e fuori del Parlamento, per gettare fango ed umorismo sull'apostolo e far pesare l'uno e l'altro sull'idea.
      Siccome però non devesi mai dimenticare l'unicuique suum, così vuolsi aggiungere che le proporzioni troppo complesse, colle quali era dal Morelli presentata la sua legge per la completa emancipazione delle donne, fu causa che anche a sinistra non trovasse appoggio, vedendosi pur troppo anche dagli amici della tesi generosa la pratica impossibilità di operare in un giorno una rivoluzione cosí radicale nelle leggi e nei costumi.
      Ciò però è ben lungi dallo scusare il governo, o chi per esso, della guerra ad oltranza ed improntata di mala fede fatta al Morelli e presso il suo collegio elettorale ed in Parlamento.
      Del resto, le persecuzioni toccate al Morelli non sono sole a provare la cordiale antipatia delle consorterie contro questa tesi. Tutti gli scrittori dell'un sesso e dell'altro vi sono piú o meno bersaglio.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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