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      ... L'ordine del giorno Luzzatti, sospensivo, concludeva che né la donna era matura, né la questione; e che la donna sta ancora troppo sotto l'influenza del clero - che il Comizio non doveva emettere voti platonici, ma che la democrazia pensasse invece a educare la donna onde renderla capace del voto in tempo piú o meno prossimo...
     
      ... Non poteva affidarmi il voto espresso dal signor direttore della «Ragione», che la democrazia si mettesse sul serio a educare la donna. Io sono convinta di una convinzione che è creata dall'esperienza d'ogni giorno, che la democrazia non penserà mai sul serio alla donna se non quando avrà bisogno del suo voto. Finché ne potrà far senza, il giornalismo democratico sarà inesauribile fino alla noia nei suoi epigrammi contro le donne che professano dottrine di libertà, il che è mezzo infallibile per tenere indietro tutte le altre, salvo poi a rimpiangere nelle grandi occasioni con frasi a freddo, di non poter riconoscere il diritto alle donne perché, pur troppo, non sono mature!
      Il signor Napoleone Colajanni espose una teorica, non nuova per verità quando nei piccoli crocchi si fanno chiacchiere semiserie, ma nuovissima quando pretenda essere accettata. Egli si oppose al mio ordine del giorno sostenendo non esservi fra l'uomo e la donna parità di doveri e non poter esservi quindi parità di diritti - dacché la donna non presta il servizio militare. Davanti a questa dottrina non v'è principio filosofico che ci abbia nulla da vedere - siamo sbalzati nell'ordine empirico e convenzionale - tutt'al piú si potrebbe discutere se renda migliore servizio allo Stato la donna che partorisce o il soldato che uccide.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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