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      - Io sento che il mio pensiero generalizza le idee e il mio cuore lo segue dilatando le sue latebre ed abbracciando in un amplesso materno tutta l'umanità. - L'ingiustizia mi rivolta, il dogma suscita nel mio cuore la ribellione, le arti con cui si demoralizza la donna e la si educa a servire volontariamente mi ributtano, quel pudore di speculazione che si educa sul suo volto a forza di lodarlo mi contrista, quella schiava di corpo ed anima nella cui mente si è dato di frego ad ogni pensiero e quella carne che non è piú persona mi nausea!»
      Ebbene, o fanciulla, tu allora ripudierai il vincolo autoritario del matrimonio, tu negherai la tua mano all'uomo che ti compra e andrai libera coll'uomo che ami e che ti ama.
      Tu alleverai i tuoi figli maschi e femmine nella idea che il lavoro non è né santo, né doveroso e che esso non è che necessario - tu li alleverai nel principio di una dignitosa indipendenza dalle prestazioni altrui in tutto il possibile.
      Tu vorrai che, garzoni e fanciulle siano liberi entrambi nel pensiero, nel lavoro e nelle azioni, con sola scorta la giustizia e il sentimento del rispetto a sé stessi e ad altrui.
      Tu vorrai l'indipendenza economica di tutti e di tutte, perché da questa scaturisce la libertà, la dignità, l'amor del sapere e tutta la possibile felicità.
      Tu educherai le une e gli altri a considerare nelle leggi e nei catechismi le armi associate dei furbi e dei prepotenti, a non rispettare che la giustizia se anche si trovi in luoghi abbietti e a ribellarsi contro la ingiustizia se anche si trovi all'ombra della legge e dell'altare.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272