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      Tu ti accorgi che il tuo marito benché volonteroso e solerte, cade presto ammalato di stenti e di pellagra, che egli si trova talora senza lavoro o deve adattarsi ad una diminuzione di salario se pur vuole lavorare perché la concorrenza cresce e il piccolo industriale è assorbito dal grosso, per la morta stagione, per una pubblica calamità, per una novella allarmante che arresta il commercio e sgomenta gli speculatori.
      Tu ti accorgi che il contributo di sangue, di carne e di braccia che tu presti alla famiglia ti diviene ogni giorno più grave, ed il padre dei tuoi figli che ti riguardava un tempo come la confidente e la depositaria delle sue cure, ti considera oggi come lo sfogatoio naturale delle sue ire e dei suoi malumori. Crucciata al par di lui, al par di lui bisognosa, meno forte di lui, giorno e notte angosciata dai bisogni e dal pianto dei bambini, tu devi ancora sopportare rimproveri e maledizioni, portare la tua croce e la sua, e s'egli cerca nel vino e nella compagnia degli amici un sollievo alla sua tristezza, al suo rincasare tu pagherai ancora quei conforti con rincrudimenti di sdegni, con cipiglio piú iroso, con fame più intensa.
      Se tuo marito ti maltratta, se ti percuote e te ne lagni al pretore, egli ti risponde: «Andate in pace, non vi sono gli estremi legali.» Se te ne lagni al prete egli ti risponde: «È la tua condanna, la tua schiavitú è la legge di Dio.» Se ti confidi a persona prudente e di consiglio, essa ti persuade che bisogna piegare il capo alla forza maggiore e che la signoria dell'uomo nella famiglia è una necessità dell'ordine, quand'anche vi crei il disordine.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





Dio