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      La vergogna di un simile organamento, che diffonde il vizio alle spalle della miseria, è ributtante.
      Taglio corto su molti altri punti sui quali ci è d'uopo invocare l'attenzione del legislatore onde non dilungarmi troppo dalla meta e perché quanto ho detto di volo convincerà i piú sonnolenti ottimisti che le donne hanno bisogni, soffrono ingiustizie, sono lese negli interessi piú vitali, e che nessuno le rappresenta davanti alla legge per speciale mandato, e questa dorme fra due guanciali credendo che, poiché non si parla, tutto cammini pel meglio.
      No, vogliamo che ci si dia retta e siamo divenute esigenti.
      I vostri inni e le vostre odi non ci divagano piú. Avete finito di menare il can per l'aia chiamandoci «angioli del focolare e regine della famiglia». Tutta questa lirica da scuola romantica che per conto vostro avete buttato nei ferravecchi e che venite ripulendo per conto nostro, si risolve a fatti in un vero musulmanismo con frasario cristiano. Voi non siete piú poeti generalmente, ed i pochi che rimangono drappeggiati nella toga senatoria dando la destra al collega banchiere e la sinistra al collega industriale, cantano all'unisono con questi:
      «La sventura non è bellaE glorioso il duol non è.»
      Non troverete dunque irragionevole che anche noi, facendo tesoro delle lezioni che ci date in versi ed in prosa, domandiamo quelle guarentigie che avete creduto necessarie per voi medesimi.
      Voi trovate intollerabile di non poter essere Sindaci a 25 anni, noi troviamo insopportabile di essere pupille a 90.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





Sindaci