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      Per me, non esito a dirlo, o Signori, sono convinta che la mente del legislatore quando escogitava la personalità giuridica delle donne era per lo meno afflitta da un subdelirio.
      E vi lagnate dell'influenza clericale? Perché dunque ridete, o Onorevoli, quando vi si parla delle nostre condizioni impossibili come gente che ha orecchie e non intende?
      Perché dunque, o avvocati, vi fregate le mani e dite che il nostro codice ha segnato un gran progresso e che non si poteva fare dippiú?
      Non vedete che la morale cristiana, che molti di Voi chiamano incadaverita e mummificata vi precede ancora di secoli?
      Pertanto volete Voi sinceramente smagare l'influenza clericale? Riconoscete il nostro diritto al voto amministrativo e politico. Non avete tempo, non avete gusto ad occuparvi di noi - fatene a meno. Riconosceteci il nostro diritto al voto e basta.
      Alla domane del giorno nel quale questa cosí elementare giustizia sarà fatta, si troverà come per incanto che voi tutti fate gran caso della nostra intelligenza politica e ne siete tutti cosí persuasi che venite voi stessi a dimostrarci di essere tutti migliori gli uni degli altri.
      La iniziativa parlamentare, cosa ormai dimenticata in Italia, risorge. Avete finalmente capito che le nostre condizioni abbisognano di riforme, sentite finalmente vergogna di questa barbarie che vegeta a fianco alla vostra civiltà e la deturpa; i progetti di legge in nostro favore non vi fanno piú ridere; queste madri che comandano il vostro rispetto, queste mogli che rivendicano la loro personalità e vogliono essere nelle vostre case non piú gli angeli e le regine, ma in perfetta prosa, creature umane colla giusta equazione fra i doveri e i diritti; queste contribuenti che pagano anch'esse del proprio i pubblici servizi e vogliono fruirne i vantaggi nella città, nella provincia e nello Stato; non vi sembrano piú ridicole dacché avete avuto bisogno del loro voto, le trovate semplicemente ragionevoli; non le qualificate piú fenomeni morbosi, ma piuttosto stupite che non si siano ribellate molto tempo prima, quando serve esaltate od incoscienti, o vegetavano in una stupida apatia, o combattevano e si sacrificavano per la vostra libertà senza capire e senza volere la propria.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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