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      Ma io so purtroppo che le azioni degli uomini non sono guidate dalle loro opinioni, bensì dai loro interessi; sicché un famoso statista contemporaneo inglese poté dire: «Io ho udito molti discorsi che hanno mutato la mia opinione, ma non ne ho mai udito uno che abbia cangiato il mio voto.»
      Tuttavia ho molta fiducia in voi. Quello statista, membro stagionato di una società decrepita e incadaverita nel macchiavellismo, doveva naturalmente avere la coscienza cartilaginosa e incapace di sentire.
      Ma voi siete giovani! Non che insensibili, la vostra sensibilità è irritata dai patimenti, dalla lotta, e dalla angosciosa vicenda quotidiana delle speranze e dei terrori nella guerra acuta che combattete per l'esistenza.
      Voi dovete avere la fede dei giovani, la integrità dei forti e la ingenuità delle intelligenze che non conobbero i sofismi.
      Vogliate ricordare in ogni momento della vostra battaglia e quando le vostre rivendicazioni saranno un fatto compiuto, che se una sola ingiustizia sarete per tollerare, quella sarà il baco che roderà tutto il vostro edificio.
      Io ho parlato fin qui ai lavoratori in generale; e se l'eguaglianza predicata or è un secolo dalla borghesia con la proclamazione dei diritti dell'uomo avesse concluso a qualche cosa, dovrei aver parlato tanto agli uomini quanto alle donne. Ma, correndo le cose ben altrimenti, ne viene che quando si parla di lotta legittima, di diritti da conquistare, di bisogni da soddisfare, non si può intendere mai di aver parlato alle donne ove non sia esplicitamente detto.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272