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      « - Coerente ai suoi principii, e sollecito della giustizia che è l'utile di tutti;
      «Riconosce, afferma e proclama così nell'uomo come nella donna il diritto alla integrità del voto.»
      E la donna poté credersi finalmente arrivata alla meta e in vista ormai della sua terra promessa.
      Naturalmente, dicono i socialisti d'oggi, quando si dice, rivendicazione di tutti i diritti politici, economici, civili, lo si dice per tutti; e noi non dobbiamo neppure distinguere fra l'uomo e la donna, perché la sola distinzione, farebbe quasi credere che si possa da noi sottintendere una qualsiasi differenza di qualsiasi natura.
      Ma io vi dico, o care Sorelle del Lavoro, che se noi ci lasciassimo turlupinare e addormentare un'altra volta da codesta ninna nanna eterna, noi saremmo stupide come tonni, che ripetono ogni giorno l'identico viaggio, per incappare ogni giorno nelle identiche reti, e meriteremmo per davvero la nostra sorte.
      Infatti S. Paolo che aveva dichiarato l'uomo e la donna «eguali e liberi in Cristo» sentenziava poi ch'essa doveva portare la podestà sul capo.
      I riformisti che aveano insegnato il libero esame e legittimata la interpretazione individuale della Bibbia, giudicarono che la soggezione della donna era sentenza rigorosa ed inappellabile, e non già dichiarazione profetica del fatto.
      I borghesi e filosofi dell'89 risero in faccia a Olimpia de Gouges, a Luisa Lacombe e a tutte le donne che, parafrasando la dichiarazione dei diritti dell'uomo, con nitida, stringente e logica illazione, applicavano ai diritti della donna i principii in quella affermati, e ne chiedevano l'applicazione.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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