Pagina (259/272)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      I democratici del Comizio di Roma, raggiungendo il colmo nell'irragionevole, sfogarono in appresso, sui giornali, il loro rammarico, di aver dovuto votare alla unanimità quell'ordine del giorno, posti fra l'uscio e il muro dall'obbligo della coerenza. Alberto Mario dichiarò quel voto un pleonasmo, ed altri democratici, che vanno per la maggiore, opinarono avere quel voto coperto di ridicolo il Comizio e non l'hanno a tutt'oggi perdonato alla rea convinta e confessa che vi sta davanti.
      Ora, care Sorelle del Lavoro, come ad un giudice che lo voglia, non manca mai un cattivo ragionamento per cavarne una sentenza ingiusta, od un articolo purchessia di un codice qualunque, per farsene un gancio da appendervi la sua coscienza; cosí teniamo per sicuro che alla domane della Rivoluzione sociale, abbia dessa avuto svolgimento evolutivo, o esplosivo; l'egoismo dell'uomo non sarà mai a corto di argomenti, per mantenere intorno a noi lo statu quo, pur trasformando tutto per conto suo; e statevi pur sicure che egli si destreggierà al possibile per accettare la vittoria nei suoi beneficii e respingerla nella parte passiva.
      Pensiamo perciò seriamente ai casi nostri, e vediamo di non lasciarcela fare un'altra volta.
      Mettiamo da banda la parte di angelo della quale ci hanno dalle origini della storia incaricate, e che vorrebbero farci rappresentare fino alla fine dei secoli, salvo a pagarcene il grosso incomodo col sospirarci intorno degli idillii e dei sonetti.
      È passato, pur troppo, il tempo beato dei pastorelli teneri e delle verdi Arcadie.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





Comizio Roma Mario Comizio Sorelle Lavoro Rivoluzione Arcadie