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      Ora ridotta la questione della libera concorrenza di tutti, a tutto il lavoro sociale, a questi modesti termini, non è la esclusione della donna insieme ad un immenso danno per lei, un danno non meno grande per la società tutta quanta?
      Si obbietterà da taluno che la produzione è già soverchia e mi si mostrerà la crisi della disoccupazione sempre piú incalzante e piena di minaccie. Ma è troppo evidente che il male non istà già nella soverchia produzione bensí nella viziosa distribuzione di essa.
      Vedete gli abitatori dell'immenso centro africano. Essi sono nudi, vivono in capanne rudimentali, non conoscono alcun conforto della vita. Strade, ponti, case, sistemazioni di acque, protezione di uomini, di animali e di cose contro i diluvii tropicali - tutto è da fare.
      Vedete la immensa Pampa, le sterminate distese del Sud-America, attraverso alle quali le locomotive corrono i giorni e le notti senza tregua, non incontrando che torme di animali fuggenti, le foreste interminabili, le cui intricate liane non sono infrante che dall'impeto possente dei jaguars in corsa. Vedete quei fiumi dalle onde sonanti, vasti come mari, sui quali gli scarsi coloni non hanno altri ponti ed altre navi che le groppe dei loro cavalli, quei deserti desolati dove pochi uomini tuttora primitivi vagabondano per lunghi giorni dietro i bisonti fuggenti a caccia di pelli e di cibo.
      E nella stessa Europa, la Siberia, non è dessa una vasta regione dai climi svariati e in gran parte pressoché inesplorata? I paesi stessi piú popolosi e civili non hanno dessi vaste contrade deserte, incolte o quasi?


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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