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      CAPITOLO IIDella fantasia, delle sue funzioni e sede.
     
      Oltre alla potenza spirituale ed incorporea, che appelliamo mente, abbiam messa nell'uomo un'altra corporea e materiale, a cui diamo il nome di fantasia. Pitagora, Platone, Aristotele, e i lor seguaci insegnarono questa dottrina. Immaginò esso Aristotele anche un senso comune, come distinto dalla fantasia; ma non ci è necessità di moltiplicar qui gli enti, bastando la fantasia unita con la mente per le funzioni interne dell'anima umana. Né solamente gli antichi han riconosciuta questa potenza, ma ancora il Gassendo, il Descartes, e gli altri filosofi moderni, di modo che ben giusto è l'uniformarsi con loro per ammetterla. E tanto più, perché la sperienza ce ne somministra dei troppo vigorosi indizj. Certo se attentamente consideriamo noi stessi, apparisce tosto, che i cinque sensi dell'uomo nelle persone svegliate, applicati che sieno agli oggetti presenti, possono informar l'anima, che un corpo esiste; che ha la tal figura, il tal colore, suono, odore, che ha movimento, o quiete; che è un solo, o molti, e così discorrendo. Queste non sono che sensazioni. Da che il senso ha ricevuta l'impressione di quel oggetto, ancorché noi non ne scorgiamo la certa maniera, pure fondamente crediamo, che l'idea o sia l'immagine, o il carattere, in una parola qualche notizia di esso oggetto sia portata per mezzo dei nervi e degli spiriti animali al cerebro, e vada ivi a conficcarsi in quelle cellette, e in quelle piegature delle quali è composto esso cerebro.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





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