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      Cioè dovea ella sapere, che quell'avversario era uomo caldo, persona manesca, e che non sapea diggerire quella lite, credendola, come suol farsi, ingiustamente mossa o sostenuta; e però era a lei facile l'immaginare sconcerti, e pericoli. Con questi fantasmi in capo, ingranditi dall'amore materno, ita a letto, che maraviglia è, s'ella accidentalmente sognò quello, che poscia avvenne al figliuolo? Questa medesima regola ha da valere per esaminar altri simili sogni, e non crederle sì tosto cose prodigiose o sopranaturali.
      La medicina all'incontro può far qualche uso de' sogni. Imperciocché accadendone de i tetri, e di quei che atterriscono, può allora esserne cagione la soverchia ripienezza o indigestion dello stomaco; e se questa non interviene, segno naturale son sì disgustosi sogni, che il sangue o altri umori del corpo umano son corrotti, né godono l'armonia, che si ricerca in essi; e il saggio medico ne raccoglie allora, che vien minacciata qualche malattia, o almeno, che quella persona è di temperamento malinconico. Talvolta ancora si è provato, che il sogno di qualche infermo ha dato a conoscere, qual rimedio o sfogo convenisse al suo male. Detratti i casi suddetti, massima certa è che i sogni son fenomeni insussistenti e vani della nostra fantasia, la quale, essendole lasciata la briglia, allorché dormiamo, forma delle curiose, ma ordinariamente incoerenti, slegate, e ridicole commedie, che niuna anche menoma influenza hanno per farci conoscere le cose avvenire, né per iscoprir tesori, o gli altrui interni pensieri, o altri arcani, a' quali non si può giungere con mezzi umani.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212