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      A noi sognando sembra di parlar con uno, e tutto ad un tratto quell'uomo non è più desso, e ci troviamo in un altro luogo, diversificando gli oggetti e le azioni più o meno, secondo il maggiore o minor moto, che è nella fantasia. Però lasciando per ora andare i sogni degl'infermi, de' frenetici, e simili, possiam dire, che ordinariamente i nostri sogni son di due sorte; cioè o placidi ed ordinati, o pure agitati e disordinati. Allorché la sanità ci accompagna, e gli umori del corpo sono in calma, né passione alcuna violenta ci sconvolge la fantasia, né lo stomaco è aggravato da soverchio cibo o vino: sovente avviene, che placidamente dormendo formiamo anche de i placidi e curiosi sogni di oggetti, che ci rallegrano, o non ci turbano punto. Anzi suol darsi, che si vien a filare un'azione continuata per molto tempo, senza mutar personaggi e scena, con botte e risposte: e senza che resti in noi ricordanza alcuna di aver mai in alcun tempo della nostra vita veduto quell'avvenimento, o fatto quel tale colloquio. Accade talvolta in più, cioè che ci svegliamo, e pure tornando a dormire, la fantasia sognante ripiglia quella stessa interrotta azione, e seguita a dilatarla con competente ordine, e buon concerto di quella sua commedia. All'incontro, quando qualche gagliarda passione ci turba, o gli spiriti del sangue sono per qualche cagione in troppo moto, o lo stomaco si truova aggravato da indigestione: i sogni nostri riescono disordinati; la fantasia salta da un oggetto all'altro; solamente spropositi si osservano nelle sue scene.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212