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      Il loro commerzio si truova chiaramente comprovato dalla sperienza. L'istituto della natura, o vogliam dire dell'autor della natura, si scorge essere questo, cioè che la mente comandi, la fantasia serva. In fatti vegliando noi, essa mente va scegliendo quei fantasmi, che ella vuole per formare il ragionamento, per combinar insieme le diverse idee. Contuttociò la verità si è, che queste due potenze han cadauna la lor propria forza; e questa forza è quella, che determina il predominio fra elle, non potendosi negare, che l'empito della parte materiale, sia talvolta cagione di gravi disordini alla spirituale. Intanto è da osservare, che i sensi portano alla fantasia qualche oggetto, regolarmente non può la mente esentarsi dal conoscere quell'idea o immagine, che va a fissarsi nel cerebro. Noi parimente proviamo non rade volte, che la mente nostra vuol contemplare qualche oggetto, o sia pensare all'idea, che essa ha scelto. E pure l'importuna fantasia fa forza, e cerca di distrarre la mente di là, mettendole davanti un altro oggetto, a cui non si vorrebbe allora pensare. Noi stando in chiesa per orare, contro nostra voglia sentiamo, che il pensiero ci scappa agli affari domestici, alla lite, e ad altre idee. La fantasia allora colla sua forza strascina altrove i guardi dell'anima. Altri esempli non occorre apportare; perché ognun ne fa pruova sovente in sé stesso; e questo, allorché vegliamo. Né questo già deriva da un'anima sensitiva, condominante in noi coll'anima spirituale. Viene o dal bollore del sangue, o dal moto di altrui fluidi; o pur viene (e questo è il più frequente) dalla vivacità delle idee accompagnate da qualche passione d'interesse, di amore, di odio, di paura &c. Sì fatte idee, per così dire, dimandano udienza, anche quando non vogliamo, e distraggono la mente dalla contemplazion di altri oggetti meno interessanti.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212