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      E se la mente nel sogno non può discernere la vanità di quei fantasmi, né come la fantasia la trasporti or qua or là con sì sregolati salti; non resta più luogo a noi di maravigliarci, perché essa mente intervenendo a i sogni, non ne ravvisi e non ne impedisca i disordini e gli spropositi. Questi nascono dalla fantasia e non da lei. Quel che ci è di buono e di grazioso nei sogni, vien dall'anima; gli sconcerti e il ridicolo dalla fantasia. Per chi poi è avvezzo a ben parlare ne i familiari ragionamenti, e a comporre in versi: non è cosa difficile, che presti delle buone parlate a quell'interna commedia, e gli scappi ancora composto qualche verso. Ma conviene in fine conchiudere, che l'anima di chi sogna non può liberamente esercitare allora il giudizio, perché mira le sole idee, che a lei presenta a suo talento la fantasia; né ha forza di sceglierne dell'altre per considerarle tutte, come fa vegliando. E quantunque possa formar qualche raziocinio su queste immagini, che le van saltellando davanti: pure perché non può valersi di altre necessarie per ravvisar la verità e le relazioni delle cose; perciò troppo le manca per poterne rettamente giudicare.
     
     
      CAPITOLO VIIDei sonnamboli, detti ancora nottamboli.
     
      Alla giurisdizion de i sogni, e conseguentemente della fantasia, appartengono i sonnamboli, che nottamboli men propriamente sono appellati. Vero, ma insieme strano fenomeno, di cui restano assaissimi esempi, che non si possono rivocare in dubbio, e chiunque ha assai praticato il mondo, facilmente avrà conosciuto alcuno di questi sì stravaganti sognatori.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212