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      All'incontro l'anima nella vigilia considera i pericoli di chi va ed opera al bujo, e però procede con paura e precauzione. Ed appunto nel destarsi i sonnamboli, si empiono tosto di timore, perché allora solamente si avveggono del pericolo, a cui stavano esposti: al che la mente in sogno non potea riflettere. Ma non lasciano per questo di essere mirabili ed intelligibili le azioni di questa gente, sempre sul supposto che l'organo della vista sia impedito in essi come è in chiunque dorme. E per far maggiormente conoscere, che astrusa materia sia questa, ho riserbato fin qui uno di questi più strani casi assai recente, che si legge distesamente scritto nel tomo vigesimo quarto della raccolta degli Opuscoli del padre Calogerà dal signor don Marziale Reghellini vicentino. Questi fu, che diligentemente ne osservò nell'anno 1740 in Vicenza tutte le circostanze; e siccome ben istruito della filosofia e notomia, era capace di dar sicure notizie del fatto, che è tale.
      Al servigio del marchese Luigi Sale in figura di staffiere serviva, e tuttora serve Giam-Batista Negretti, giovane allora di circa ventiquattr'anni, impetuoso nell'operare, quando è svegliato, e non meno allorché fa il mestier di sonnambolo, a cui fin dalla tenera età l'ha portato il natural suo temperamento. Nella sera del dì sedici di marzo 1740 addormentatosi in cucina sopra di una panca, parlato che ebbe di varie cose, si rizzò in piedi: e dopo aver passeggiato più volte, andò verso la sala, e di là asceso al secondo appartamento, si fermò dove stava apparecchiata la tavola per la cena de i suoi padroni.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





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