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      Lo stesso saggio nelle divine scritture non ebbe difficoltà lo scrivere, che il numero degli stolti è infinito. E fra stolto e pazzo noi facciam poco o nulla differenza. Certamente tuttodì udiam dire: quegli è un pazzo; e pazzie vengono appellate tante azioni, che si possono osservare nella gran fiera de i mortali; Ma è da dire, nulla più significare in casi tali il nome di pazzo, che l'uomo operante con poca o niuna prudenza, perché nuoce a se stesso o ad altri, quando l'istituto della natura richiede, ch'egli abbia, per quanto si può, da giovare a se medesimo, o al prossimo suo. Però il nome di vera e propria pazzia, la quale scusa dal peccato, solamente convien all'uomo, allorché la nostra fantasia patisce un sì fatto naturale involontario sconcerto, che giunge ancora a recar danno o impedimento alla libertà e alle funzioni dell'anima ragionevole. E tale sconcerto è vario nei suoi gradi, cioè del più e del meno, e nelle maniere, e negli effetti. Dassi un totale sconvolgimento di fantasia ne i più potenti delirj, facendosi allora una gran confusione di quasi tutte le immagini fitte nel cerebro. Ma vi ha de i delirj parziali, nei quali un solo fantasma troppo vigoroso induce l'anima a parlar fuori di proposito. Dimando io licenza di poter qui riferire ciò, che a me stesso una volta accadde, perché forse potrebbe riuscir utile ad alcuno de i lettori. Nell'anno 1717 cominciai la fabbrica della parrocchiale mia chiesa della Pomposa in Modena, e nel 1720 tornai ad ufiziarvi. In quasi tutto questo tempo io sentiva la mia sanità traballante.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





Pomposa Modena