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      Ora il malore, in cui consiste la pazzia, nei più è incurabile; in alcuni cede alla cura de i medici. Nell'insigne Spedale di Napoli a sì tenue dieta son tenuti i pazzarelli, che diventano come scheletri. A poco a poco crescendo la dosa del cibo, tornano in carne; e smaltiti i cattivi umori, e mutato tutto il sangue, credo, che alcuni di essi restino col capo sano. Come si ha dalle Transazioni dell'Accademia Reale d'Inghilterra all'anno 1667 un pazzo inveterato in Parigi, per quanti salassi a lui fossero dati, non ne provò mai giovamento. Bensì la trasfusione del sangue di un vitello nelle vene di lui il guarì. Facea gran rumore allora questa invenzione, che poscia è scaduta, e niuno ne parla più. A quei poscia, che patiscono pazzia parziale, cioè, che si truovano occupati da un solo pernicioso fantasma, suol servire di medicamento l'ingannarli nella medesima qualità d'inganno. Era saltata in capo ad uno la ridicola specie, che gli fossero nate le corna, e non si arrendeva a ragioni. Si esibì un medico di guarirlo, purché se le lasciasse tagliare, promettendogli di farlo con tutta destrezza. Ne portò seco nascostamente un pajo, e dopo un bell'apparato di seghe e ferri, che fecero tremare il cuore al paziente, si venne alla grande operazione. Saltarono in terra segnate quelle due armature, e fra il plauso degli astanti saltò su il buon uomo guarito, e di altro umore, che chi resta scornato. Così a guarir la fantasia di chi teneva per fermo di avere in corpo un serpente, o altra pericolosa bestia, si adoperavano somiglianti inganni, e con frutto.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





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