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      Perché non sappiamo, in quante maniere la divinità comunichi le sue grazie e i suoi lumi alle anime de' suoi cari, perciò disdirebbe lo stendere un decreto condennatorio di tutto quanto raccontano le pie persone delle lor visioni. Quello bensì, che dovrebbe religiosamente osservarsi, sarebbe di non portar mai sui pulpiti, né di adoprar per pruove della religione, somiglianti apparizioni e rivelazioni. L'infallibil rivelazione l'abbiamo nelle divine scritture, e molto di questo ancora è stato a noi tramandato colla tradizione de' primi secoli del Cristianesimo, e riconosciuto e confermato da i sacri concilj. Non si dee avvezzare il popolo a tener per fermo ed eguale agl'insegnamenti certissimi della Chiesa di Dio quello, che è incerto, né porta seco l'innegabil sigillo della verità rivelata da Dio, potendo essere unicamente parto delle fantasie divote. Certamente niun bisogno ha di questi dubbiosi appoggi la santa religione, che professiamo; anzi a lei ne può venir più tosto del danno presso i nimici, con figurarsi eglino, che abbia credito presso di noi al pari della divina rivelazione tutto quello, che le sante e pie donne asseriscono rivelato loro da Dio: il che troppo è lontano dalla verità. Bene sarà, che in questo proposito il lettore apprenda ancora ciò, che l'abbate di Fleury lasciò scritto nel tomo vigesimo della Storia ecclesiastica, dove disapprova il prendere per rivelazioni e cose miracolose le meditazioni di alcune per altro sante donne; con aggiungere, essere di qui nata la teologia mistica, professione sottoposta a molti errori ed abusi; e doversi attenere la pietà e divozione cristiana a i documenti infallibili delle divine scritture, e a praticar le virtù, per le quali tanti hanno acquistato con sicurezza il titolo di santi.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





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