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      Che poi la ragione ci manchi per ispiegar la supposta comunicazione della fantasia materna col feto, né pur questo chiaramente si pruova. Quando si ammettano gli spiriti animali per cagioni o strumenti di tante cose, che succedono nell'interno dell'uomo, abbiamo un lume verisimile per intendere del pari come passi dalla forte immaginazione della madre per mezzo dei medesimi un'impressione nel feto. Chi sa dire, come questi spiriti portino al cerebro nostro le idee delle figure, dei colori, de i suoni, degli odori, e sapori? E pure noi crediamo, che le portino. Così possiam figurarci, che gli stessi spiriti vadano ad imprimere certe configurazioni ne i tenerissimi corpicciuoli, co' quali sì gran comunicazione hanno il sangue e i nervi della madre, ancorché non s'intenda la maniera, con cui tali configurazioni sieno portate dagli spiriti animali. Similmente non basta, che il signor Blondel abbia mostrato non potersi prestar fede a i due esempi allegati dal padre Malebranche. Bisognerebbe atterrar tutti gli altri, che in questo proposito sono addotti da varj autori, cioè dal Fieno, dal Sennerto, da Tommaso Bartolino, dallo Schenchio, da Pietro da Castro, da Teodoro Kerckringio, dal Salmeth, e da molti altri. Racconta esso Sennerto di aver conosciuta una femmina, che per aver veduto un beccajo spaccar per mezzo una testa di porco, partorì un figlio, in cui la parte superiore del palato colla mascella superiore fino alle narici era divisa. Nelle Efemeridi germaniche si leggono non pochi di questi casi.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





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