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      Noi cominciamo ad osservar la forza di tali idee negli stessi fanciullini, perché non tardano a sentire ciò, che reca loro piacere e dispiacere, per appetir l'uno, ed abborrir l'altro. I cibi son quei primi, de' quali è portata l'impression alla lor fantasia, come del latte, e susseguentemente di cibi più sodi. Questa idea del latte, accompagnata dall'attributo di essere cosa che piace, se vien commossa dalla fame, o dall'aspetto della madre lattante, commuove tosto l'anima ad appetire, e cercare con ansietà e grida quel cibo. Divenuti più grandicelli, un frutto da essi mirato mette la lor anima in ismanie per ottenerlo. Crescendo poi l'età, e crescendo anche le cognizioni dell'anima nostra, parrebbe, che questa acquistasse maggior autorità sopra la fantasia per comandarle sempre e resistere in ogni tempo a gli empiti delle immagini sue; e così dovrebbe essere; ma ne i più degli uomini non è già così. L'appostolo ci fece già sapere un combattimento interno fra lo spirito e la carne con dire, che abbiamo un'altra legge nelle nostre membra, la quale ripugna alla legge della nostra mente. Aggiunse ancora, che la carne concupisce contro lo spirito: che il corpo aggrava l'anima: dal che presso i teologi venne il celebre e citato nome della concupiscenza. Mi sia lecito il dire, che l'appostolo avvezzo a valersi di graziose metafore, anche ivi metaforicamente usa il vocabolo di concupire, cioè di desiderare con ardenza; perciocché la carne, cioè il corpo, per essere materia, non è capace di formar desiderj.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212