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      Secondo le apparenze è vero, che coll'idea delle cose esterne passano alla fantasia talvolta unitamente i contrasegni d'essere grato o ingrato, utile o nocivo, e così discorrendo. La vista d'una serpe, di una fiera slegata e simili, si potrebbe dire, che portasse seco l'abborrimento e il terrore nella fantasia; e per lo contrario molte cose belle ed amabili vi portassero il piacere. Così un meccanico natural movimento, e non una riflession della mente, sembra l'inclinazione e simpatia del maschio verso la femmina, e della femmina verso il maschio, allorché son giunti ad una competente età. Non è da molti accettata l'attrazione fra i corpi del Newton in vece della gravitazione; ma che si dia fra i due diversi sessi una qualche naturale attrazione, si potrebbe non senza fondamento immaginare, che ben regolata dalla ragione e da' precetti della religione si converte in beneficio dell'umana natura. Contuttociò più probabile o certo è, procedere questa creduta simpatia da un pronto raziocinio della mente, la quale giudica, se l'oggetto, rappresentato dall'idea, è vero o falso, bello o brutto, giovevole o nocivo, amabile o sprezzabile, e così d'altre simili idee astratte metafisiche, o morali, le quali essa unisce dipoi in maniera a noi incognita con quella idea, che è il loro suggetto. Ora quanto più la mente nostra, prendendo la direzione dall'amore di noi stessi, cioè dal primo principio intrinseco, o sia dal primo mobile delle nostre azioni morali, osserva, quali sieno le cose, che possano conferire al nostro bene, o divenire a noi cagione di male, nascendo da tal riflessione qualche passione; tanto più vivacemente essa imprime nella fantasia queste sue idee, per rallegrarsi e godere, se può, del bene, e per suggerire il contrario.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





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