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      Il sapere, che scienza ancora si appella, viene da principj certi, fondati sulla chiara evidenza delle cose, e dal retto raziocinio, per cui da una indubitata notizia altre si deducono di eguale certezza. All'incontro l'immaginare è bensì lavorio della mente, ma v'interviene anche la fantasia. Medita un trafficante qualche negozio, che può recargli gran lucro. Chiama perciò in rivista le immagini concernenti quel determinato oggetto, o esistenti già nella fantasia, o formate allora da lui, cioè gli accidenti favorevoli, gli ostacoli e i pericoli, e i mezzi, che possono guidare al guadagno o alla perdita, e scegliendo dopo lungo scandaglio ciò che sembra a lui probabile, immagina qual esito si possa promettere di quell'affare. Così egli va trattando di cosa, ch'è per essere, ma che non sa, se poi sarà a misura dei suoi desiderj. Altrettanto fa non rade volte anche il filosofo per ispiegar le cose, che realmente sono, ma non s'intende, come sieno. Giacché indagando i principj, le cagioni, le maniere, le relazioni &c. di tante cose o materiali o intellettuali, scorge, che mancano a lui, e ad altri ancora, cannocchiali e microscopj per iscoprire il vero e certo di esse: passa a maneggiar le immagini della probabilità e verisimiglianza, tanto che compone una fabrica, che può forse rappresentare il vero, ma che non va esente dal pericolo di essere fondata sul falso. Se non può giungere ad intendere e mostrare, come sieno effettivamente le cose, immagina almeno, come potrebbono, o dovrebbero essere.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212