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      Secondo gl'insegnamenti della santa religione, che professiamo, nella natura innocente l'anima umana, avendo ricevuto da Dio forze grandi, comandava pienamente alla fantasia; e chiaramente imbevuta dell'onestà delle cose ed azioni, e in oltre spinta dall'inclinazione al solo vero bene, niuno impulso grave sentiva dalle immagini rappresentate da i sensi. Ma nella natura corrotta è di troppo scemato il vigor dell'anima nostra, calato il conoscimento e l'amore del bene onesto, ed è cresciuto il pendio verso il bene utile e dilettevole, che facilmente riconosciamo negli oggetti sensibili, a noi rappresentati dalla fantasia. Pertanto questa nostra inclinazione alle cose sensibili, e la facilità ad appetirle, senza por mente, o senza far caso, se ciò, che apporta utile o diletto, sia anche onesto, si chiama concupiscenza; e per vincerla e per regolarla, abbiam tutti bisogno dell'ajuto speziale di Dio. Ma benché la concupiscenza sia una modificazione o movimento dell'anima, gran parte nondimeno ha la fantasia nostra in eccitarla, talmente che, siccome dicemmo di sopra, si può ella appellare il mantice della concupiscenza viziosa. Qual forza abbiano, cioè qual impulso dieno alla mente nostra le immagini delle cose sensibili, ove sieno corteggiate dall'attributo di una grande utilità o voluttà corporea, troppe pruove ed esempli ne abbiamo. Né altro son quelle, che il cristiano chiama tentazioni, se non l'impulso di queste immagini. Al loro aspetto l'anima si mette in agitazione, e un gagliardo appetito si sveglia di ottenere quel dilettevole o lucroso oggetto; ed accade, che nulla si pensa, se onesta sia ed approvata dalla ragione quella tale azione, né se possa nuocere alla sanità, alla riputazione, o a gl'interessi domestici, né se sia contraria alla legge di Dio.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





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