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      Intanto dopo aver noi scoperta l'origine fisica delle nostre azioni moralmente cattive, resta da vedere, oltre al soccorso delle tre filosofie di sopra accennate, se resti altro mezzo di ajutar l'anima, affinché non soccomba all'urto delle idee seduttrici, inclinanti al male. Dissi inclinanti al malfare, dovendo noi tenere per certo, che non può mai la possanza della nostra immaginazione incatenare e soggiogare il libero nostro arbitrio in maniera, che l'anima non possa ripulsarne l'empito, o ripigliare il dominio che sopra di essa fantasia a lei compete. Imperciocché la volontà nostra naturalmente ritien la possanza di sospendere l'assenso suo a qualsivoglia proposizione, che le venga fatta dall'intelletto, per meglio esaminare occorrendo, se quella contenga il vero o il falso, il giusto o l'ingiusto, l'onestà, o disonestà, l'utilità o il danno. Non facendolo noi, e consentendo ad occhi chiusi al fallo, all'ingiustizia, e precipitando in azioni contrarie alla ragione, alle leggi di Dio, e al nostro vero bene, come potremo poi scusar la negligenza e colpa nostra? Felice pertanto, chi sa per tempo avvezzarsi a rompere il corso impetuoso della fantasia, e sa conservare una tal quiete e libertà di mente, per cui può pacatamente pesare i motivi di operar più tosto nella maniera confacevole alla ragione, che a' nostri brutali appetiti. Queste ragioni non mancano mai a chi saggiamente ama se stesso, e cerca il suo vero bene. Accenniamo dunque in poche parole ciò, che suol giovare all'uomo nel continuo combattimento dello spirito col corpo, ed è a noi insegnato in tanti libri, e massimamente in quei de i santi.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





Dio