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      Ma 'gli accadde che un giorno il Mostro chiamò la Zelinda in fretta e furia, e gli disse:
      - Senti, Zelinda, se tu nun acconsentisci a sposarmi 'gli è decretato che il tu' babbo ha da morire. Già lui sta male e si trova in fine di vita, e tu non lo potrai nemmanco rivedere. Bada se ti dico la verità.
      E tirato fori uno specchio incantato, il Mostro fece lì dientro vedere alla Zelinda il su' babbo moribondo nel letto di camera sua. A quello spettacolo la Zelinda, tutta disperata e mezza matta dal dolore, cominciò a urlare:
      - Oh! salvatemi il babbo, per carità! Fate almanco ch'i' lo possa riabbracciare prima che lui moia. Sì sì, ve lo prometto, che sarò in ugni modo vostra sposa fida e costante, e senza indugio. Ma il babbo, il babbo, salvatemelo dalla morte.
      A male brighe che la Zelinda 'gli ebbe profferite queste parole, che in un tratto il Mostro si trasficurì in un bellissimo giovane. La Zelinda a quel mutamento improvviso restò sbalordita, e il giovane la prese allora per la mano e gli disse:
      - Sappi, cara Zelinda, che io sono il figliolo del Re delle Pomarance. Una vecchia strega toccandomi e' mi ridusse quel Mostro [5] terribile di prima e mi condannò a starmene appiattato nel cespuglio delle rose in questa ficura, insino a che una bella ragazza nun acconsentiva a diventare la mi' sposa. Per tu' bontà, Zelinda, rideccomi omo come avanti. Si vadia dunque subbito dal tu' babbo, che dev'essere di già rinsanichito, e dopo si farà il legittimo matrimonio, quando i' abbia ottenuto il consentimento del Re delle Pomarance.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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