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      La Zelinda e il giovane, senza più aspettare, si partirno assieme a cavallo dal giardino, e quand'ebbano rivisto il padre della Zelinda, tutti in un branco andiedano nel Regno delle Pomarance, dove il Re alla vista del figliolo, ché lo credeva da un bel pezzo morto, mancò poco che nun cascasse sbasito dall'allegrezza.
      Il giovane raccontò al Re quel che gli era intravvenuto per filo e per segno; ma alla novella dello sposalizio fissato con la Zelinda il Re si sturbò forte, e fece protesto, che lui, abbeneché dimolto obbligato alla Zelinda per la libberazione del figliolo, lui a quella richiesta nun ci poteva acconsentire; perché lui aveva già da più tempo impegnata la su' parola di Re, che il su' figliolo pigliassi per su' moglie la figliola del Re di Prussia. E siccome s'avveddan che nun c'era rimedio e il Re nun c'era caso di smoverlo dalla sua idea, la Zelinda e il giovane fissorno di scappare assieme di nottetempo, a costo di vagar per il mondo alla ventura, per nun si lassar mai; e difatto, travestiti da pitocchi, loro due uscirno a piedi fori del palazzo zitti zitti, e si mettiedano in cammino a traverso la campagna.
      La Zelinda e il su' sposo doppo di avere viaggiato tutto un giorno così a caso, in sull'abbuiare entrorno in una selva e vi si persan dientro: gira di qua, gira di là, nun ci fu versi che trovasseno la via per sortirne; sicché cominciavano a sgomentarsi a bono e a darsi per morti, quando lontan lontano e' veddano un lumicino. A tentoni s'indirizzorno laggiù e giunsano con grandi pene alla porta d'una spelonca, addove si diedano a picchiare colle noccole delle dita.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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