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      A dodici ragazze in un branco chi volete gli dia noia?
      Alla Principessa gli garbeggiò il consiglio di Giovanna, e corse subbito dal Re a chiedergli il permesso; ma il Re nun volse darglielo: disse, che lui era vecchio e bramava la su' figliola vicina; che 'n que' tempi e sempre le donne sole nun potevano insenza pericolo e vergogna andar giostroni per paesi lontani e sconosciuti; sicché la Principessa ritornò da Giovanna, come dice il proverbio, con la trombe in nel sacco. Giovanna però nun si smarrì a quel rifiuto. Scrama:
      - Ci vo io dal Re, e credete pure che a me mi rinusce farlo rimutare di pensieri.
      E gli rinuscì davvero, tanto lei seppe raggirarlo a forza di daddoli e di belle parole; e tante gliene snocciolò, che il Re si dovette dare per vinto, anco perché s'era impegno in sin da principio di concedere a Giovanna tutto quel che lei gli addomandava.
      Dunque Giovanna si diede sull'apparecchiare ugni cosa per il viaggio; e prima trovò dieci ragazze, e poi fece cucire dodici vestimenti compagni; e quando le robbe furno pronte, la Principessa, Giovanna e le altre dieci ragazze montorno in du' carrozze comide, dissano addio al Re, e partirno in branco dal palazzo; e per dimolti giorni girandolorno [29] qua e là nelle castella e ne' paesi, a mala pena fermandosi per dargli un'occhiata alla lesta e riposarsi.
      Ma quando poi arrivorno a una città grande e popolata, stabilirno di restarci di più, e però si allogorno io un albergo, e ognuna di loro pensava alle su' robbe, e a tienere la cammera assettata, fora della Principessa che era servita sempre da Giovanna.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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