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      - Che! Maestà, i' nun mi pento, e addove mi capita, i' farò come prima.
      Al Re gli viense una gran rabbia a quel discorso, e inferocito a bono, piglia la spada che tieneva a capo del letto e dà un picchio in sulla donna di pasta, concredendola Giovanna, e gli taglia netta la testa.
      Ma sbollorata quella prima furia, lui comincia a tastare e sente un corpo freddo. Subbito il Re si mette a disperarsi pensando d'aver morta la su' cara moglie; salta dal letto, chiama gente e eccoti corrono tutti spauriti i cortigiani e i servitori con de' lumi.
      In quel frattempo Giovanna levò la donna di pasta dal letto e ci si mettiede lei, e per fingersi ferita e quasimente moribonda si tinse attorno al collo con del sangue asserbato in una vescica.
      Quando il Re vedde quello spettacolo si buttò a traverso il letto a piagnere e a disperarsi, e si strappava i capelli, maladicendo alla su' rabbia, e nun poteva darsi pace; e Giovanna, doppo che l'ebbe lassato un po' di tempo sconfondersi a quel mo', con istupore d'ognuno s'arrizza a siedere e dice:
      - Signori! Veramente, s'i' dovessi badare al bel trattamento del mi' sposo la prima notte che ci si trova assieme, mi toccherebbe a pigliare le mi' robbe e tornarmene diviata addove i' son vienuta. Ma siccome i' nun tiengo rancori, e penso che Sua Maestà ha commesso questo malestro per la su' mattia all'improvviso, ormai quel che è stato è stato, [36] e nun ne fo caso. Soltanto, il Re 'gli ha da nuscire di cammera e mi lassi in pace per rimettermi dalla paura.
      Al comandamento il Re ci si sottopose, chiese perdono a Giovanna e gli diede arbitrio di richiamarlo a su' volontà nel letto, quando lei era rinsanichita: sicché Giovanna fece le viste d'esser malata per qualche giorno e doppo si rappattumò col su' sposo, e camporno tutti e due allegri e contenti, e si sente dire da chi lo sa, cha ancora e' sono.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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