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      Piena di stizza l'Ostessa principiò a tiener serrata da mattina a sera la figliola, a dargli poco da mangiare e a strapazzarla in tutti i modi, perché lei cascassi giù in isfinimento: ma il come nun si sa, e pure la ragazza nun pativa nulla e cresceva tavìa in bellezze. La su' cattiva mamma 'gli arebbe dato il capo per le muraglie dal dispetto; e finalmente volse cavarsi la figliola di 'ntra i piedi e addio. Che ti fa?
      Per nun dar sospetto alla gente lei chiama un servitore, che gli pareva di poterci contar su, e gli diede ordine di menar la Bell'Ostessina dientro a un bosco e lì ammazzarla insenza misericordia; e poi a testimonianza del fatto disse, che [44] badasse bene di portagli le du' mane della ragazza morta, il core e una boccetta piena del su' sangue.
      A quel brutto comando il servitore restò di sasso, come an babbalucco; ma siccome lui cognosceva a fondo il naturale cattivo della padrona, e' temé che rifiutandosi nun salvava di certo la ragazza, e che la su' mamma crudele in un modo o in un altro l'arebbe scannata. Disse dunque d'ubbidire, e il giorno doppo 'gli andette in cammera addove era serrata la Bell'Ostessina e gli fece assapere che la mamma e' voleva che lui la menassi un po' a spasso in poggio per isvagarsi.
      La Bell'Ostessina, che aveva il core bono, nun sospettò a male; anzi, lei si persuadé che la mamma si fuss'allora pentita e rimutata: in ugni mo' quest'idea gli era vienuta in capo con un po' di sturbamento; ma pure, la si vestì de' meglio panni e col servitore s'avviò al bosco del poggio vicino.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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