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      - Ma le mane? - disse la ragazza. - Tagliamele, ché accosì l'averai.
      Dice il servitore:
      - E come volete voi campar la vita insenza le mane?
      - Ne farò con di meno.
      Insomma, lui comperò l'agnellino, e mettiede a effetto tutto quello che aveva arzigogolato: la ragazza si svestì di tutti i su' panni e rimase con la camicia soltanto, e diede la robba al servitore, perché la riportass'a casa, e lei poi a quel modo mezza gnuda fu dibandonata in nel bosco.
      L'Ostessa che aspettava con gran bramosia il servitore, gongolò dall'allegrezza quando lo vedde arritornare co' segni dell'ammazzamento commesso; ma siccome ci mancavano le mane, lei bociò con mal viso:
      - E le mane addove sono?
      Arrisponde il servitore:
      - Che volete voi, signora padrona; i' nun ho avuto core di tagliargliele alla vostra figliola, doppo tutto il male ch'i' ho fatto per ubbidirvi. Che nun bast'eglino questi segni? I' ho porto insin i panni.
      Abbeneché l'Ostessa rimanessi con del sospetto, in ugni mo' s'addimostrò contenta: e diede al servitore ordine chiaro di starsene zitto come l'olio, e poi la sparse voce che la su' figliola 'gli era morta da un parente lontano, addove lei l'aveva mandata a passarci per isvago qualche mese.
      La Bell'Ostessina, infrattanto, lì sola per entro 'l bosco quasimente gnuda, fu chiappa dalla notte, dal freddo e dalla fame, sicché piena di paura, intirizzita e rifinita, la si sentiva morire. Deccoti tutt'a un tratto gli comparse davanti una Vecchia, che gli addomandò chi lei era e che faceva mai a quell'ora nel bosco e con la camicia soltanto addosso.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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