Pagina (63/665)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Dice la Strolaga, doppo tutti i su' esami:
      - Bell'Ostessa, vo' siete in sul sospetto. Vo' avete una figliola e la credete morta; ma nun è vero. Invece lei è viva, sta da gran signora in un palazzo d'una Fata, che gli vole dimolto bene, e nissuno la potrà mai ammazzare.
      Questa nova rinuscì ostica all'Ostessa, sicché arrabbiata mulinò qualche altro tradimento per far morire la su' figliola, e infrattanto arrivare insino a lei; e siccome sapeva che gli garbavano i fiori, 'gli ordinò un gran mazzo e lo spargette sopra di veleno; e po' chiamato un servitore gli disse che doveva fingersi fioraio e andarsene a gridare: "Chi vol de' be' fiori?" sotto il palazzo della Fata. Il servitore nun intese a sordo e fece a quel modo appuntino.
      La Bell'Ostessina al gridìo del fioraio finto dismenticò gli avvisi della bona Fata; scese giù da sé e comperò il mazzo de' fiori: ma nun se l'era accosto a mala pena al naso, che cascò morta in sul mumento. Sicché rivienuta la Fata a casa, picchia e ripicchia all'uscio, nissuno gli apriva; e finalmente impazientita diede uno spintone al serrame e lo spalancò, e vedde in su per le scale lo spettacolo della ragazza morta stecchita. Scrama:
      - Te l'avevo detto, scapataccia, e te nun ha' volsuto ubbidirmi? La tu' mamma e' l'ha lunghe le mane! Ora, i' sare' anco capace di lassarti stare costì e nun ricorrere alla mi' arte per [47] farti rinvivire.
      Ma poi, risguardando quel corpo tanto bello e ripensando a quanto la Bell'Ostessina 'gli era buona, con certi unguenti e scongiuri gli ridiede la vita alla Bell'Ostessina, che vispola e rinsanichita si levò in piedi di scatto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





Strolaga Ostessa Fata Ostessa Fata Bell'Ostessina Fata Fata Bell'Ostessina Bell'Ostessina