Pagina (64/665)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Allora gli disse la Vecchia:
      - Bada di nun cascare un'altra volta in quest'inganni, perché un'altra volta i' nun sarò tanto pietosa. I' voglio che te m'ubbidisca; ha' tu 'nteso?
      La giovane glielo 'mpromesse che da lì 'nnanzi lei sarebbe stata ubbidiente.
      Doppo de' giorni la Strolaga viense a ripassare dall'albergo dell'Ostessa, sicché l'Ostessa la chiamò per farsi di novo strolagare e gli porgette la mano.
      La Strolaga gliela esaminò con garbo e poi gli disse:
      - Quella vostra figliola, che sta in nel palazzo della Fata, e' nun si pole mica ammazzare. La Fata la protegge e oggi, sappiate, che lei è viva come prima.
      All'Ostessa gli si risvegliò l'aschero, ma nunistante nun si perdiede d'animo a quel racconto, e volse ritentare le su' prove. Lei cognosceva che la su' figliola era ghiotta delle stiacciate, sicché ne 'mpastò per una cesta e l'empiette di veleno, e poi le diede a quel medesimo servitore, che in ficura di pasticciere 'gli andessi a venderle sotto il palazzo della Fata a bociare: "Chi vole le stiacciate bone?"
      La Bell'Ostessina, che al risico passato nun ci pensava più già, a quegli urli del pasticciere finto scendé le scale e comperò tutte le stiacciate, e poi rimonta in cammera ne mangiò quante ce n'era: ma di lì a un po', giù di scoppio per le terre morta steccolita.
      Rideccoti la Fata, e picchia e ripicchia, e nissuno gli apriva. Lei sfonda l'uscio con un calcio e corre in cammera della Bell'Ostessina e te la vede in sul pavimento a braccia aperte e oramai insenza più fiato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





Vecchia Strolaga Ostessa Ostessa Strolaga Fata Fata Ostessa Fata Bell'Ostessina Fata Bell'Ostessina