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      Alla Vecchia gli girò il boccino, e quasimente voleva tienere la su' promessa alla ragazza disubbidiente di lassarla morta; ma poi, il bon core la consigliò meglio e come l'altra volta la rinvivì, e quando la Bell'Ostessina fu in piedi, la Vecchia seria seria gli disse:
      - Sentimi bene, allocca, e ti fo giuro che la mi' parola la tiengo. Se t'accade un malestro simile daccapo, per me nun ti tocco, e a rifiatare tu nun ci ritorni ma' più.
      La Bell'Ostessina nun gli potiede negare la ragione, cercò d'abbonirla con du' moine, e poi gli promettiede che in quegli sbagli nun ci sarebbe più ricasca.
      [48] Intorno a pochi giorni doppo viense a caccia per la selva il Re d'una città vicina, e in nel passare dal palazzo della Fata vedde la Bell'Ostessina alla finestra, e se ne innamorò a bono; n'era innamorato cotto, via. 'Gli è naturale, che lui seguitando a fare quelle spasseggiate e a buttar dell'occhiatine tenere alla Bell'Ostessina, anco la ragazza si sentissi de' balziculi dientro al core: in ugni mo', siccome il Re nun gli aveva a lei detto mai nulla, e neppure mandato dell'ambasciate, accosì restava in nel dubbio di quello che poteva accadere.
      Infrattanto la Strolaga era arritornata dall'Ostessa, e gli raccontò ne' soliti modi, che la su' figliola steva bene, sana e viva e che garbava dimolto a un Re; e l'Ostessa incaponita di vederla morta, cognoscendola ambiziosa e credenzona, mulinò d'arrivare a ammazzarla con un altro tradimento. Fece fare de' bellissimi vestiti alla reale e una corona d'oro piena zeppa di pietre preziose, e dappertutto ci ficcò del veleno, che soltanto a toccarlo bisognava cascar morti insenza rimedio; poi, chiamò diversi servitori, gli trasficurì con delle livree e gli diede ordine di andare al palazzo della Fata, e che cercassin della Bell'Ostessina e gli presentassino tutta quella robba da parte del Re su' 'nnamorato.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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