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      Ora va' pur via e non ti dismenticar di me.
      Il ragazzotto, un po' dubitoso della verità, prese que' regali e poi se n'andiede con Dio.
      Cammina cammina il ragazzotto viense a una città piena di popolo, addove si preparavano grandi feste e giostre: il Re del paese aveva bandito, che qualunque fusse tanto ricco da mettere in deposito una grossa somma di quattrini, lui e' l'arebbe lassato giocare la su' propria figliola, con promessa di dargliela per su' moglie, assieme al tesoro ammucchiato, se rinunsciva il vincitore.
      A questa nova disse tra di sé il ragazzotto:
      - Deccolo il mumento di far la prova della scatolina. Mi vo' anch'io mettere 'nnanzi in fila con gli altri, se la scatolina mi dà i quattrini al bisogno.
      Detto fatto, principia a aprirla e serrarla, [56] e ugni volta c'era dientro una bella muneta d'oro lampante; sicché in poco tempo lui ebbe in possesso una bella somma, si comperò de' cavalli, dell'armi luccichenti, pigliò de' servitori e si vestì con lusso da principe; e poi andato dal Re gli diede in deposito un buggianchìo di quattrini, e si fece credere il figliolo del Re di Portogallo, e però volse che l'accettassino per giocatore della ragazza reale. Insomma la fortuna l'assistette, e guadagnato in tutti i giochi, il Re fu ubbligato a dichiararlo lo sposo della Principessa.
      Ma pur troppo, il ragazzotto 'gli era stato allevo soltanto tramezzo alle pecore, e commetteva delle malcreanze, e il Re lo prese 'n sospetto del su' parentato. Dunque, con gran segretezza il Re spedì delle persone fide e dimolto furbe per i paesi vicini a cercare delle notizie su questo ragazzotto; se lui fuss'o no figliolo del Re di Portogallo.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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