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      Dice allora Ferdinando:
      - Ditemi, per piacere, nun c'è egli modo di nuscire da quest'isola?
      Quel solito gli arrispose:
      - È difficile; ma pure, se tu ha' dimolto coraggio, ti ci poteresti anco provare.
      E Ferdinando:
      - Eh! del coraggio i' n'ho da vendere. Insegnatemi come si fa, e vo' vedrete.
      - Ecco come si fa: - gli disse quel signore: - bisogna che tu ti rinvolti in una pelle di fiera e che tu ti metta sdraiato in quel vallone. A una cert'ora viene, un aquilone, ma grande, e a mala pena lei vede il fagotto, lo piglia e lo straporta di là dal mare. Ma bada, c'è il risico della vita.
      Dice Ferdinando:
      - Per ritornare a casa mia, lo credo! ne arrisicherei no una, ma anco dua delle vite. I' farò come vo' mi dite.
      Ecco dunque che Ferdinando si rinvolge dientro una pelle di bestia ben cucita e sdraioni aspetta l'uccello di rapina; e di lì a un po' alla su' ora comparse da lontano, e tanto era strasmisurato che pareva un ciuco; e a pena l'aquilone vedde la pelle rinfagottata, lui e' la credé un animale. Fa una falcata, l'acciuffa e [78] se la porta via per l'aria: passa il mare, passa le spiagge, passa i monti, e arrivo a un vallone fondo, l'uccellaccio cala giù e posa in terra Ferdinando e con le grinfie strappa la pelle con l'idea di mangiarlo; bensì quando vedde l'omo vivo lo lassò stare, riprese il volo e sparì. Ferdinando allora si rizza e comincia a guardare in che logo lui era, abbeneché fusse mezzo sbalordito per lo strapazzo avuto; e dapprima nentra in una selva; poi, seguitando a salire, si trova in grandi praterie; poi vienivano delle vigne tutte cariche di grappoli maturi d'ugni sorta, e frutteti con alberi gremi di pere, di mele, d'aranci e che so io; alla fine arriva a de' giardini, addove nun ci mancava nulla da desiderare, fiori, piante, vasche d'acqua, e 'n mezzo a que' giardini ci si vedeva un palazzone maraviglioso.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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