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      - Ma come si nusce dal palazzo insenz'esser viste da' servitori, dalle sentinelle e da tanta gente che c'è?
      E la balia:
      - Oh! i' ho pensato a ugni cosa, nun vi dubitate. Bisogna trasficurirsi. Voi 'nfrattanto mettete assieme i quattrini, fate un rinvolto di robba e ci siano dientro anco i tre vestiti che v'ha regalo il Re; quando poi tutto sarà all'ordine, si farà partenza addirittura.
      La ragazza dunque di niscosto fece quel che gli aveva detto la balia, e la balia, dalla su' parte, cucì sur un vestito di cambrì tanti pezzi di zucca secca, e quando fu ugni cosa pronta, lei lo mettiede addosso alla figliola del Re e gli ricoperse per bene il viso pure e le mane, sicché la ragazza pareva propio una gran zucca che camminava, e la balia si mascherò in modo da nun essere ricognosciuta.
      Una sera poi, tutt'e dua le donne sortirno dal palazzo, e diviato, presa una porta della città, s'allontanorno per la campagna alla ventura; e cammina cammina a traverso di molti paesi, le genti correvano dietro di loro a vedere quella zucca che andeva da sé con le su' gambe.
      Finalmente le donne arrivorno un bel giorno a una città, addove in sulla scalinata del palazzo reale c'era il figliolo del Re di quell'abitato in compagnia de' su' cavaglieri.
      A male brighe il figliolo del Re vedde la balia con quella donna vestita da zucca, principiò a rider a bono e gli viense [90] voglia di cognoscere chi erano. Le manda dunque a chiamare e loro gli si prosentano davanti.
      Dice lui:
      - Massaia, d'addove vienite voi? E codesta chi è? Come si chiam'ella?


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665