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      Dice allora il figliolo del Re:
      - Ma stasera c'è la seconda festa. Se stasera ci torna, i' vo' sapere chi è questa bella dama. E te, Zuccaccia, la vo' tu vedere la mi' festa? - e siccome 'gli aveva in quel mentre tra le mane una sferza presa dalla stalla, in nel fargli la domanda a Zuccaccia, lui gliela batté in sulle spalle.
      Dice Zuccaccia:
      - Ma gli pare! Lei fa per isbeffarmi.
      Deccoti la sera, e la gente s'affollava negli appartamenti reali, e lì sòni e balli da ugni lato; il figliolo del Re poi gli occhi gli aveva sempre rivoltati alla porta, quando a un tratto apparisce la solita dama più splendida della sera 'nnanzi e con un vestito di seta color d'acqua del mare e dientro gli ci notavano tanti pesci d'oro.
      Tutta la conversazione gli fece largo, e il figliolo del Re gli andiede subbito incontro alla bella dama, la pigliò a braccetto e si mettiede a ballare con lei sola; e badava a dirgli che se n'era 'nnamorato, ma che voleva sapere il su' nome, l'essere suo e il paese d'addove lei vieniva.
      Quella dama però nun gli volse dir altro, che il su' paese si chiamava Batti-sferza-in-sulle-spalle.
      Dice il figliolo del Re:
      - Ma lei, signora, lo fa per farmi disperare; perché questo paese nun l'ho [92] sentuto mai rammentare e nemmanco quello che lei mi disse ieri a sera.
      In ugni mo', per quanto lui pregassi, al figliolo del Re nun gli rinuscì cavargli di bocca altre notizie: nunistante, per addimostrargli che lui era dimolto contento di vederla lì con seco e come segno d'amore, gli prese una mana alla dama e gli mettiede in dito un anello col nome scritto in sulla pietra.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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