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      Doppo però, il figliolo del Re essendosi un po' dilontanato per dar degli ordini, al ritorno la dama non c'era più e nissuno gli poté dire da che parte 'gli era ita via.
      La mattina il figliolo dei Re, innamorato cotto, scende giù da Zuccaccia:
      - Ah! Zuccaccia mia, la dama c'era anco ieri a sera! Ma, me l'ha fatta daccapo. I' nun so che rimedi pigliarci.
      Dice Zuccaccia:
      - Ma almanco nun gli ha detto nulla della su' persona?
      - Che! - lui scrama: - m'ha detto soltanto che 'l su' paese si chiama Batti-sferza-in-sulle-spalle. Vattelo a pésca un paese con questo nome! Basta, stasera ci sarà l'ultima festa di ballo. I' nun son io, s'i' nun viengo a capo di tienergli dietro quando lei se ne va. E te, Zuccaccia, vo' tu 'nsomma vederla una delle mi' feste? - e nel dire accosì gli batté in su' piedi le molle, che lui aveva preso in mano nel mentre che parlava.
      S'arriva alla sera, e tant'era la folla nel palazzo reale, che quasimente nun ci si nentrava più, e ballavano tutti allegri, che nun si dice. Soltanto il figliolo del Re steva sopra pensieri e con gli occhi svoltati sempre a vedere se apparissi la bella dama; e di fatto deccotela che appare in nella sala. Ma com'ell'era, la nun si pole descrivere! Portav'addosso un vestito intessuto di campanelline e catenine d'oro, sicché gli toccava di camminare pian pianino, perché nun facessino dimolto rumore. Ognuno subbito di qua e di là a ritirarsi, e lei passò 'n mezzo a du' file di signore e signori, e il figliolo del Re gli corse 'ncontro, gli pigliò le mane e poi ballò con lei, e con l'idea di nun la lassar mai per tutta la sera.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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