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      - Del rimpiattato nun ce n'è; ma un giovanotto ci passò di qui e m'ha domando che gl'insegnassi addove erano le tre Melangole d'Amore. I' nun gli ho saputo dir nulla, e allora lui 'gli è ito via a corsa.
      Dice l'Orco:
      - Poero grullo! Le Tre Melangole d'Amore l'ha serrate in una cassetta del su' tavolino la Fata Morgana, che abita in sulla montagna vicina. Ma per pigliargliele poi 'gli è impossibile.
      - Perché? - addimandò l'Orchessa. - Addove stanno le difficoltà?
      - Eh! le stanno, - dice l'Orco, - che 'n vetta alla montagna si trovano da prima de' cani affamati, e nun si passa insenza dargli du' pan di coppia per uno; poi c'è un ciabattino che lavora insenza setole e insenza spago, e se nun gli si dà questa robba, lui con la lesina cava gli occhi a [114] chi l'accosta; poi c'è una donna che co' capelli tira su la secchia piena d'acqua da un pozzo, e bisogna dargli una fune, e insennonò sventra il cristiano per cavargli le budella e farsene la fune; poi c'è un'altra donna che spazza il forno con le mane, e se nun gli si dà subbito una granata nova lei scaraventa in nel forno chi gli capita dinanzi; poi c'è un cancello di ferro tutt'arrugginito, che sarà più di mill'anni che nun è stato aperto, e quando s'apre stride, sicché bisogna avere un fiasco d'olio e ugnerlo tutto; e passato 'l giardino c'è il palazzo della Fata, e la Fata quando sente il perché della vienuta di chi potette arrivare insin lassù, fa le viste d'ire a pigliar le Melangole, e 'nvece va a arrotarsi i denti per poi mangiare quello sfacciato.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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