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      Figuratevi un po' voi se al Principe gli girava d'aver durato tanta fatica, perché gli toccassi poi quella sorte! Si rizza addolorato con la su' scatola e séguita la strada, e nun si fermò infintanto che nun ebbe trovo una fontana di acqua fresca e limpida.
      Dice il Principe tra di sé:
      - Qui poi si vedrà se l'acqua ci manca.
      Prende la terza Melangola, la spacca e deccoti una ragazza, ma anco più bella di quell'altre dua, che pure erano bellissime; e quando lei cominciò a urlare:
      - Acqua, acqua! - il Principe con le mane gliela buttava addosso, sicché quella si rivestiva di 'gnuda che era.
      Quando poi fu vestita, dice la ragazza:
      - Ora i' sarò per sempre la vostra sposa. Menatemi a casa.
      Il Principe, tutt'allegro a simile vista, pigliò la ragazza per la mana, e doppo dimolti giorni di cammino arrivorno tutti e dua alle porte della città di lui.
      Ma lui pensò:
      - I' nun posso menare accosì insenza carrozze, né cavalli, né servitori, né la Corte questa mi' sposa al palazzo reale. 'Gli è meglio che la lassi in qualche locanda a aspettarmi, perch'i' la vienga a prendere a uso di Regina.
      A questo modo s'accordò con un oste, che lui gli tienessi custodita la ragazza per qualche giorno, e il Principe se n'andiede da su' padre, e gli fece il racconto di quel che gli era intravvienuto, e mettiede a ordine tutti i preparativi delle feste per lo sposalizio.
      Bisogna sapere ora, che l'oste aveva una figliola brutta e [117] mora, che nissuno la voleva per moglie, e fu lei quella che 'gli ebbe 'n consegna la sposa del Principe per custodirla e guardarla insintanto che lui nun ritornava a pigliarla.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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