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      Tutti e dua gli eran giovani e si capirno in nel mumento, e più perché Ruberto corse alle conclusioni, e alla vedova gli promettiede di farla su' legittima sposa: in ugni mo', volse Ruberto sapere dapprima le condizioni della Bella Giuditta e se lei dal su' marito morto avessi uto punti figlioli.
      La Bella Giuditta [135] glielo disse:
      - Sì, i' ho una figliola sola e sta in nel convento per aducarsi.
      - Bene! - gli arrispose Ruberto. - Fracché noi ci siemo promessi, lo sposalizio si farà al mi' ritorno da Parigi, addove bisogna ch'i' vadia per accomidare i mi' 'nteressi. Ma la mi' brama 'gli è questa: che la figliola vostra vienga a star con noi 'n casa, e levarla dal convento.
      Quando Ruberto gli ebbe preso licenzia e che fu andato via, la Bella Giuditta cominciò a rimuginare su quel che lui gli aveva dimando, e tra di sé pensava:
      - S'i' fo tornar la mi' figliola a casa, i' fo male. La mi' figliola è più bella e dimolto più giovane di me; sicché Ruberto e' se ne pol anco facile innamorare e me lassarmi in un canto. È meglio dunque che lei stia addov'è.
      E accosì, in questo pensieri, la Bella Giuditta delibberò 'ntra di sé, che con qualche bona scusa la Maria restassi per allora sempre serrata in nel convento, insintanto che Ruberto almanco nun avessi sposato lei.
      Doppo diversi giorni deccoti apparisce Ruberto di ritorno da Parigi con tutte le su' robbe e con gl'interessi accomidi; e a male brighe che fu riposato addimandò di vedere la Maria, perché lui faceva a dire nel su' core: "La mamma è bella, ma la figliola ha da essere più bella, e di più 'gli è giovane.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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