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      Abbeneché in nel ristrigner la mano di Ruberto si fussi la Bella Giuditta rallegrata, in nel sentir poi questa su' voglia, che la Maria avessi a stare in casa con loro dua, la si sconturbò per effetto di gelosia e gli arrispose a Ruberto:
      - La mi' figliola i' l'ho manda a chiamare, ma lei nun è vienuta, perché m'ha fatto sapere che è un po' malata; che 'ntanto si concluda pur tutto tra di noi, e poi subbito guarita ci vierrà a trovare, oppuramente s'anderà assieme a pigliarla per menarcela a casa.
      Ruberto nun era mica un allocco, ma un giovanotto sperto del mondo, e capì in nel mumento il rigiro della Bella Giuditta; fece però le viste di credere alle su' parole, e con finta apparenza disse:
      - Guà! me ne dispiace. Ma siccome nun c'è furia, s'aspetterà che la Maria sia guarita a celebrare il matrimonio, e infrattanto si va a trovarla in Genova, e quando lei è rinsanichita si porta con noi.
      La Bella Giuditta però a questa proposta di Ruberto rimase addolorata, perché lei pensava a quello che purtroppo poteva succedere, e si mettiede 'n capo [136] di rimediarla in qualche modo; sicché preso animo a un tratto disse:
      - Oh! facciamolo subbito questo nostro sposalizio, e poi la medesima mattina andiamo a pigliarla in Genova la Maria. Nun vi par egli meglio e più sbrigativo, che starsene a cancugnarla de' mesi?
      A Ruberto non gli garbò tavìa questo discorso della Bella Giuditta, e gli viense il sospetto che lei fusse una donna cattiva e traditora del su' sangue, e gli arrispose di repente e un po' alterato:


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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