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      Dunque, raunati a quel mo', si siederno a mensa, e in quel mentre che mangiavano si raccontavano, all'uso de' cacciatori, i casi della caccia, e chi si vantava d'un fatto e chi d'un altro, e un di loro disse:
      - Ma il più sfortunato [159] pare il nostro principe Alessandro, perché lui nun ha riportato nulla.
      Sentendosi Alessandro arrammentare, rizzò la testa che tieneva fitta e pensierosa giù 'n sul piatto, abbeneché poco si cibassi, e disse:
      - Signori miei! A ognun di voi è successo qualcosa degna d'essere arricordata: ma pure, i' scommetto che quel che è successo a me nun ve lo potete ma' ficurare, tanto 'gli è straordinario e quasimente miracoloso.
      - Dite, dite, principe Alessandro! Arraccontatelo! - cominciarono a berciare incuriositi i cacciatori.
      Arrispose Alessandro:
      - I' m'ero fitto nel più folto della boscaglia, quando tutt'a un tratto mi ritrovai in un pulito, addove accanto a una fresca fontana c'era un bel sedile d'alabastro; un po' stracco e co' mi' neri pensieri 'n capo, mi viense la voglia di bere e di riposarmi qualche mumento, sicché scendetti di sella, attinsi dell'acqua e poi mi mettiedi a siedere; ma nun ci stiedi dimolto, perché decco! un mugghio mi riscote e veggo a salti corrermi addosso un'orsa smisurata, come se la volessi sbranarmi. Schizzai a cavallo e con l'arme 'n mano andiedi 'ncontro alla fiera, che però si difendette tanto bene a forza di slanci, che a me nun mi rinuscì mai d'arrivarla con un colpo: ma in nel combattere, lei mi menò a un fiume, e come fu in sulla sponda ci si buttò dientro, e passata di là, stiede lì ferma a guardarmi e pareva che mi chiamassi con de' cenni e con gli occhi, perché io pure traversassi l'acqua.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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