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      subbito lo ricognobbe, rimanette mutola e intirizzita come una statua di pietra, e doppo istralunate le pupille cascò giù di tonfo per le terre svienuta, che parse morta.
      A quello spettacolo Alessandro si buttò da cavallo per volerla soccorrere; ma l'orsa gli faceva la guardia alla Maria e nun permettiede che lui gli s'accostassi manco d'un passo.
      A un po' alla volta la Maria rinviolì, s'arrizzò in piedi e disse al Principe:
      - O omo d'alto valore, abbiate pacienza, se la vostra visita 'mprovvisa m'ha messo fora di me medesima. Ma voi, come ma' vi siete smarrito in queste macchie, addove nissuno abita, se non io con quest'orsa che mi serve?
      Arrispose il Principe:
      - I' mi sono smarrito per qua nel dar la caccia all'orsa. Ma voi piuttosto, figliola della fortuna, perché ve ne state solingola in questa foresta tramezzo alle crudeli e salvatiche bestie?
      - Ah! - scramò la Maria: - voi, bel cavaglieri, chiamate crudeli e salvatiche le bestie di questi boschi! E chi lo sa, che anco voi non siate più crudele e salvatico di loro!
      In nel sentirsi parlare accosì Alessandro rimanette sturbato, ma che quella donna fussi la su' moglie nun se lo 'mmaginò, tanto lei era rifinita di carni e strucia ne' vestimenti; sicché gli arrispose:
      - Per quale ragione, insenza cognoscermi, tienete voi un simile discorso con meco? Invece, sappiate, che s'i' son bono a aitarvi, i' v'aiterò di bon core. Ma prima ditemi almanco l'esser vostro, come vi chiamate, e perché abitate nel deserto lontana da tutte le genti del mondo.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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