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      Deccoti, arriva l'Orco e domanda subbito a quel guarda-pecore:
      - Di' su, bambino! Che gli ha' tu visti dua, che erano assieme, un giovanotto con una ragazza?
      E il guarda-pecore:
      - Galantomo! 'gli entra la Messa e i' nun ho tempo da perdere. Se volete sentirla anco voi, vienite 'n chiesa.
      Dice l'Orco:
      - I' ti domando, se te ha' visto passare dua assieme per di qui, un giovanotto con una ragazza a braccetto?
      Dice il guarda-pecore:
      - Avete sentuto? 'Gli è sonato il cenno. Ecco il prete che monta all'altare. Se volete vienire anco voi 'n chiesa, sbrigatevi. I' ci vo' e [173] addio.
      A farla corta, all'Orco nun gli rinuscì raccapezzar nulla, e pensò meglio d'arritornare a casa sua. Guà! nun era malizioso lui. Quando la Catèra vedde il su' marito insenza nessuno e che lui gli arraccontò della chiesa, del prete e del ragazzo che guardava le pecore in sul prato, tutta imbizzita scramò:
      - Oh! mammalucco d'omo! Nun te ne sie' accorto, che la chiesa era la Prezzemolina e 'l prete il su' giovanotto? Lei ha fatto quella trasficurazione con la mi' bacchetta fatata, che da grulla i' gli regalai. Corri, mi' omo, corri; raggiugnigli e nun ti far vincer dagl'inganni.
      A quelle parole della su' donna l'Orco si mettiede a correre daccapo dreto alla Prezzemolina; e doppo camminato dimolte miglia e' la vedde sempre assieme col su' damo andare per la strada.
      Dice la Prezzemolina:
      - Giannino! i' sento fresco alle rene. Dicerto 'gli è l'Orco al solito! e poeri noi, se lui ci acciuffa. Oh! presto, presto, niscondiamoci accosì.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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