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      A male brighe che il sole spuntò, la Regina, che nun aveva possuto serrare un occhio 'n tutta la notte dalla pena che il su' figliolo nun s'era lasso baciare da lei, sguisciò dal letto, e in peduli se n'andiede in cammera di Giannino, che dormiva tavìa come un loppo; e insenza nemmanco risvegliarlo, gli saltò al collo e lo baciò quanto volse.
      A tutto quel tramestìo [175] Giannino si riscoté, vedde su' madre, gli rendette i baci, e 'ntanto della su' sposa Prezzemolina se n'era bell'e scordo.
      E accosì passorno tre giorni, passorno tre mesi, insenza che lui pensassi mai alle su' promesse e a quella poera dibandonata, che l'aspettava nell'osteria.
      Infrattanto la Regina pensò di dargli moglie, e fu trova per Giannino una figliola di Re; e s'era già incomincio a fare l'apparecchio delle feste per le nozze, e i bandi gli appiccicorno 'n tutti i paesi del Regno.
      Torniamo ora alla Prezzemolina a quel mo' solingola in una osteria, che si struggeva dalla pena. Poerina! lei diceva intra di sé:
      - Dicerto, Giannino s'è lassato baciare dalla su' mamma, epperò di me se n'è scordo. Oh! com'i' ho da fare?
      E ficuratevi poi se la pianse, poera sciaurata! quando sentette i bandi dello sposalizio del figliolo del Re! Ma pure gli viense 'n capo di provare la su' bacchetta fatata, e fece apparire du' be' piccioni, un mastio e una femmina, che tutti e dua parlavano come cristiani, e gli mandò a discorrire sulla finestra della cammera del su' giovanotto, quando lui era sempre a letto.
      Dunque i piccioni s'eran messi lì sul davanzale, e il mastio ficurava di nun gli voler dar retta alla su' sposa, e quella gli diceva:


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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