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      Il Re nun capiva in sé dall'allegrezza per que' complimenti, e badava a dire in nel su' core:
      - Decco! pur'io i' potevo avere di questi figlioli, se nun era la mi' moglie a mancarmi di parola. Paian propio quelli che m'aveva lei 'mprumesso.
      Alla mattina, quando fa giorno, il Re s'alzò da letto per andarsene, e doppo culizione gli abbracciò e baciò tutti que' giovinetti, e nun si sapeva staccar di lì: pareva che lui ci fosse 'nchiodato. Ma da ultimo si fece un animo e gli disse addio, con questo però, che lui volse che andessano a trovarlo e stessano a desinar con lui al su' palazzo reale, almanco tra una settimana. Loro l'accompagnorno giù per insino al portone, e daccapo con gli abbracci, i baci e i pianti del Re, ognuno se n'andette per i fatti sua.
      Arrivo che fu il Re alla su' abitazione, in quel mentre che era a tavola, raccontò tutte le cose che gli erano intravvienute e di quelle belle creature che gli avean dato albergo con tanta carità, e che lui e' l'avea anco invite al su' desinare tra una settimana.
      In nel sentire queste novità le zie, ossia le cognate [200] del Re, ci mancò poco che nun si cacorno dientro alle gonnelle dalla pena, perché loro capirno bene che que' giovanotti con la ragazza gli eran propio i figlioli del Re, e se lui lo scopriva, loro dicerto e' l'ammazzava.
      Sicché dunque infurite corsano quelle malandrine dalla solita vecchia:
      - Oh! Menga, e che ne facessi voi di quelle creature che vi si diede per buttarle 'n nel mare e affogarle?
      Dice la vecchia:
      - Guà! la scatola in nel mare ce la buttai, ma' gli era di legno e steva a galla.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665