Pagina (270/665)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Addove andate, giovanotto?
      Ma lui 'ngrugnito gli arrispose:
      - La gente di bon affare nun domanda delle cose degli altri.
      - E vo', tanto superbioso, nun arritornerete arrieto.
      E pur troppo gli accadette a quel mo', perché il giovanotto nel logo in dove 'gli andò ci rimase statua di marmo.
      Doppo questa disgrazia dunque, l'acqua della boccia la veddano torba in nel palazzo, sicché il fratello più piccino volse anco lui far subbito partenza, tanto per trovare il fratel maggiore che il Canto e il Sòno della Sara Sibilla, e come quell'altro lassò una boccia d'acqua alla sorella, perché lei s'accorgessi se lui 'gli era sperso o morto.
      Arriva doppo dimolti giorni a quel vecchino:
      - Addove andate, giovanotto?
      - Vo addove mi pare, e se vo' avessi un po' di giudizio nun mi dimanderessi de' fatti mia.
      - Andate, andate pure! Anco un altro superbioso come vo' siete addietro nun c'è ritorno.
      Ma il giovanotto nun lo stiede a sentire, e arrivo che fu al posto del su' fratello [202] rimanette lì statua di marmo.
      Figuratevi la disperazione della sorella, quando vedde intorbita l'acqua della boccia del fratel minore!
      - I' son io la sciaurata che gli ho morti. Ma, tant'è, vo' ire a ricercargli.
      Difatto la si mette 'n via e lei pure arriva in dove era il solito vecchino; lei però nun gli arrispose a traverso, quando lui gli domandò:
      - Ragazzina, in dove andate a coresto modo solingola?
      - Che volete! I' avevo du' fratelli e mi viense la brama che mi portassino il Canto e il Sòno detta Sara Sibilla, e loro gli andettano a cercarlo: ma nun gli ho più visti e dicerto sono morti a quest'ora.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





Canto Sòno Sara Sibilla Canto Sòno Sara Sibilla