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      I fratelli l'abbracciavano la su' sorella; i cavaglieri, i re e i principi badavano a ringraziarla del su' coraggio; e chi gli profferiva una cosa e chi un'altra, o ricchezze, o tesori, o il Regno con la mana di sposo: lei però nun volse nulla.
      Dissano finalmente i su' fratelli:
      - E ora in dove si va?
      Dice la ragazza:
      - Nun s'ebbe noi l'invito d'andare a desinare dal Re? Dunque andiamo a mantienergli la 'mprumessa.
      Si mettiedano subbito in viaggio con tutto quel corteo dreto, perché tutti volsan fare l'onoranza a quella che gli aveva libberati da morte a vita. Genti mia! Nel vedere arrivare 'n citta quella schiera di cavaglieri con alla testa la ragazza, che gli splendeva la stella in sul capo, il popolo correva e gli accompagno per insino al portone del palazzo.
      Il Re poi scese giù a riscontrargli, e quando fu per [204] salire la scala, disse:
      - Qui c'è una legge. Prima di vienir su bisogna dare uno stiaffo, oppuramente sputare 'n faccia a questa sciaurata confitta dientro al muro.
      Dice la ragazza:
      - A questa legge noi nun ci si sta. Che! Nun si fanno di simili birbonate.
      E insenza tanti discorsi se n'andette co' su' fratelli a albergo in una locanda.
      Il Re era disperato, perché e' nun volea mancare alla su' legge, e gli rincresceva che quelle tre belle persone nun stessano a desinare con lui, anco per rimerito del bene che loro gli avean fatto in nel bosco.
      Manda un'ambasciata, che lui si contenta che passino insenza ubbidire alla su' legge; ma la ragazza disse:
      - Quando si viene a desinare dal Re, a tavola ci ha da essere anco la padrona.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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